Stefano Boeri Architetti Liuzhou Forest city

L’aria pulita nelle grandi città: pura utopia?

Ridurre le emissioni di anidride carbonica è fondamentale. A volte basta imparare dalla natura.

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I centri urbani si tingono di verde. È sempre più frequente alzare lo sguardo nelle grandi città e osservare grattacieli avvolti nel verde, giardini pensili e facciate con rampicanti per ombreggiare, immagazzinare umidità e purificare l’aria assorbendo le tossine: architetti e urbanisti di tutto il mondo sfruttano il potenziale della vegetazione per migliorare la qualità della vita nei centri urbani. Forse perché aggiungere un tocco di verde a un progetto non solo migliora il clima interno e l’impatto energetico dell’edificio, ma filtra anche gli agenti inquinanti della città ed è in grado di rinfrescare i canyon urbani che si formano nei torridi mesi estivi.

One Central Park, Sidney. Prati, felci, piante erbacee, orchidee o viole: circa 450 specie di piante diverse prosperano in un tripudio di colore presso l’One Central Park di Sydney. Dietro a questo nome non si nasconde un tipico giardino botanico, bensì un imponente edificio residenziale di 34 piani nel quartiere chic di Chippendale, nel cuore della grande città australiana. One Central Park è considerato un prototipo di giardino verticale. Durante tutto l’anno, rampicanti da fiore verdi e colorati avvolgono la facciata alta 117 metri dell’oasi urbana inaugurata nel 2014. “Progettare un giardino verticale richiede una combinazione di scienza ed estetica”, sostiene il botanico francese Patrick Blanc, considerato l’innovatore moderno del giardino verticale. Insieme all’architetto parigino Jean Nouvel, Blanc ha progettato One Central Park, selezionando centinaia di specie di piante adatte all’impresa, circa la metà delle quali sono endemiche e quindi uniche in Australia.

Raymond Biesinger - Sidney

Grattacieli avvolti nel verde, giardini pensili e facciate con rampicanti per ombreggiare, immagazzinare umidità e purificare l’aria assorbendo le tossine: architetti e urbanisti sfruttano il potenziale della vegetazione per migliorare la qualità della vita nei centri urbani.

Dalla natura alla città. Per le sue opere, Blanc cerca ispirazione immergendosi nel regno vegetale. Sceglie le piante in base al suo motto: dalla natura alla città! I suoi habitat verticali sono spesso composti da specie in grado di sopravvivere all’aperto su scogliere o alberi che non hanno bisogno di appoggiarsi a una base di terreno convenzionale. Che sia a Tokyo o Parigi, Riyadh, San Paolo o New York, Blanc riesce a fare a meno del terreno fertile nei suoi oltre 300 progetti di giardini verticali. Un ingegnoso sistema di piccoli tubi fornisce automaticamente acqua e sostanze nutritive a ogni singola pianta, che affonda le radici in un substrato di basalto o fibra minerale. Oltre a utilizzare questo sistema idroponico a bassa manutenzione, le piante si fertilizzano persino con l’aria della città: un gradito effetto collaterale del processo di filtraggio del particolato e degli ossidi di azoto che inquinano l’aria metropolitana.

Portare più verde nelle aree urbane è una delle strategie mirate a rendere le città più vivibili, come ha sostenuto la comunità internazionale alla Conferenza delle Nazioni Unite “Habitat III” del 2016 a Quito, in Ecuador.

Oltre a migliorare la qualità dell’aria, ciò consente anche di assorbire e abbattere i gas serra, una priorità impellente visto che le aree urbane provocano oltre il 70% delle emissioni di biossido di carbonio. “La capacità delle pareti vegetali di purificare l’aria è scientificamente dimostrata”, ha spiegato Rob MacKenzie della School of Geography, Earth and Environmental Sciences dell’Università di Birmingham.

Bosco verticale. Dunque, non c’è da sorprendersi che Patrick Blanc non sia l’unico a esaltare i numerosi vantaggi delle strutture con pareti vegetali strategiche. Il Bosco Verticale, messo a punto dall’architetto Stefano Boeri, è stato costruito a Milano quasi parallelamente all’One Central Park di Sydney. Per questo progetto, Boeri ha creato due edifici residenziali (rispettivamente alti 116 e 85 metri) con ampi balconi su tutti i lati. Costruiti su una superficie complessiva di 20.000 metri quadri, gli edifici ospitano un totale di 700 alberi e 5.000 arbusti, ben piantati in vasche di cemento profonde poco meno di un metro e mezzo. Il Bosco Verticale cambia aspetto con le stagioni e non appare mai spoglio.

pannello verticale CityTree

La città del futuro.La città del futuro non può che essere una città verde”, riconosce anche Alexandra Quint, teorica urbana ed esperta di sviluppo urbano sostenibile presso il Karlsruhe Institute of Technology in Germania. La Quint è anche una sostenitrice dell’uso di colture per il raffreddamento delle facciate degli edifici, di frutta e verdura sui balconi e di specchi d’acqua liberamente accessibili. Con i loro nuovi progetti che vanno da torri residenziali fino alla città pianificata, Stefano Boeri e Patrick Blanc si stanno già avvicinando a questi ideali. Tuttavia, anche le città già sviluppate non devono trascurare la necessità di aggiungere del verde per migliorare la qualità della vita. Si prenda ad esempio il “CityTree” della startup Green City Solutions di Dresda. Sebbene assorba molta meno anidride carbonica e particolato rispetto ai boschi o ai giardini verticali, è molto più economico e offre maggiore flessibilità d’uso. A rigor di termini, non è un vero e proprio albero ma piuttosto una disposizione verticale di fioriere, in cui vengono integrati muschi e piante perenni in un'area di dodici metri quadrati. L’aggiunta di panchine consente infine ai CityTree di integrarsi perfettamente nel paesaggio urbano.

Sempre più aree verdi. “Nel futuro, saranno rinverdite aree che oggi non abbiamo ancora preso in considerazione”, prevede Christian Ulrichs, che dirige la Divisione di Ecofisiologia delle piante urbane all'Università Humboldt di Berlino. Ulrichs propone di aggiungere piante agli arredi urbani, dalle fermate degli autobus alle colonne pubblicitarie. Se poi anche i singoli abitanti diventassero attivamente partecipi del movimento di rinverdimento delle città, si potrebbe migliorare la qualità dell’aria e raggiungere alti livelli di biodiversità ancor più rapidamente che attraverso ingegnosi edifici innovativi e invenzioni intelligenti. Ad esempio, il numero di giardini pensili nelle città di tutto il mondo è in aumento grazie al supporto di organizzazioni no-profit come la Green Roofs for Healthy Cities negli Stati Uniti.

Giardini urbani e orti di città. Il giardinaggio urbano (ovvero la coltivazione di verdure ed erbe aromatiche in spazi privati o comuni) ha smesso da tempo di essere considerato un hobby eccentrico per pochi appassionati e sta diventando una tendenza alla moda con un seguito crescente, specialmente nelle città diffuse. Persino gli orti urbani, un tempo considerati un tipico simbolo di vita borghese, stanno perdendo la loro immagine tradizionalista.

Nasa: salute e pollice verde. Quando, negli anni ‘80, l'agenzia spaziale americana NASA si rese conto che i moderni edifici iper-sigillati e ad alta efficienza energetica provocavano la comparsa di sintomi simili a quelli di alcune malattie nei residenti o negli impiegati, iniziarono a temere per i propri astronauti. Di fatto si scoprì che negli edifici sigillati si accumulavano varie sostanze derivanti da materiali da costruzione, vernici, rivestimenti o detergenti. Per impedire che tali sostanze inquinassero l’aria all’interno delle astronavi e delle stazioni spaziali, rendendo le missioni pericolose, i ricercatori della NASA trovarono una soluzione molto semplice: le piante in vaso.