Audi ha da molti anni un profondo legame con Milano, città simbolo della rivoluzione verso la sostenibilità e vetrina d‘eccezione per raccontare una visione del futuro all’avanguardia.
In particolare, la Casa dei quattro anelli è legata al MonteNapoleone District, simbolo di eccellenza e innovazione, con cui, dal 2014, condivide valori quali l’attenzione al design, la cura per i dettagli e la ricercatezza dei materiali, oltre a un’idea di progresso che, oggi, acquista ancora più significato.
Fondato sul rispetto per l’ambiente e sul ruolo fondamentale dell’uomo nel dar forma al domani, il rapporto tra Audi e Montenapoleone si evolve aprendo nuove strade verso un futuro ancora più sostenibile e incentrato sulle esigenze delle persone.
Ecco perché, quest’anno, Audi ha deciso di ospitare lungo via Montenapoleone la mostra fotografica open air “Vanishing Places – Luoghi che scompaiono” di Sebastian Copeland: 20 scatti in cui sono messe in luce le conseguenze del cambiamento climatico e l’importanza delle azioni di ognuno di noi per preservare il l’ecosistema in cui viviamo.
Mi chiedo se in futuro l’uomo avrà il privilegio di poter ammirare ciò che ho visto io e cosa penserà di quelle generazioni che hanno atteso così a lungo prima di agire.
In nessun altro luogo si manifesta la forza della natura come nell'Artico.
Eppure, questo tesoro incontaminato è ora in pericolo.
Per la prima volta in Italia, Sebastian Copeland renderà omaggio a questo angolo del Pianeta mostrandolo dal suo punto di vista: paesaggi magici segnati però da un inesorabile destino che solo noi essere umani possiamo cambiare. Lungo via Monte Napoleone, dal 2 all’8 ottobre, verranno esposti 20 suoi scatti inediti in cui sarà possibile vedere in prima persona le conseguenze del cambiamento climatico e il ruolo fondamentale dell’uomo nel costruire un futuro sostenibile.
Sebastian Copeland
Fotografo, esploratore polare e Ambassador Audi
Viaggiatore, fotografo pluripremiato e sostenitore ambientale, Sebastian Copeland è stato nominato come uno dei 25 esploratori più importanti al mondo negli ultimi 25 anni. Da oltre 20 anni, documenta le sue spedizioni e avventure con libri, mostre, eventi e film, ispirando le persone e le organizzazioni con cui entra in contatto.
Grazie ai suoi scatti, attira l’attenzione sulle gravi problematiche generate dall’emergenza climatica, sensibilizzando sulla necessità di agire. Da diversi anni è Ambassador Audi, Brand con cui condivide l’obiettivo di creare un domani migliore.
Condividendo la stessa visione si arriva ancora più lontano.
Sebastian Copeland e Audi hanno la stessa idea di progresso: costruire un domani sempre più sostenibile. Una sfida che la Casa dei quattro anelli sta perseguendo mirando a un bilancio carbon neutral di tutte le sue attività, attuando cambiamenti rivoluzionari non solo nella produzione ma bensì nell’intero ciclo di vita del prodotto con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse. Una cultura dell’innovazione e del progresso che da anni sta trasformando il Brand dando forma a un futuro migliore per l’uomo e per il Pianeta.
Scopri gli scatti dell'evento
Scopri la mostra
Guglia di iceberg nella Groenlandia settentrionale
Questa guglia è ciò che resta di un iceberg in erosione. Nell'Artico, i grandi iceberg che si staccano dai ghiacciai a volte si incagliano in un fiordo mentre navigano verso l'oceano. In autunno, i fiordi si congelano, intrappolando l'iceberg nel ghiaccio per poi rilasciarlo solo durante lo scioglimento primaverile. I cambiamenti di temperatura alterano il contenuto dell’acqua del ghiaccio, erodendolo ulteriormente mentre si frammenta.
Iceberg ad ago nel Nord della Groenlandia
L'oceano ha un aspetto scuro, persino nero, nelle regioni polari. Uno dei motivi è la maggiore concentrazione di nutrienti e plancton nelle acque fredde rispetto a quelle calde. Questo spiega il viaggio delle balene verso le alte latitudini per nutrirsi, ed è anche il motivo per cui l'acqua fredda è un migliore serbatoio di carbonio rispetto a quella calda. L'alta densità di plancton blocca la dispersione delle onde luminose. Inoltre l'acqua fredda ha una densità molecolare superiore rispetto a quella calda e anche questo ostacola la velocità di trasmissione delle onde luminose.
Banchine di ghiaccio dell'Antartide occidentale
Una piattaforma di ghiaccio galleggia sull'oceano, come un'estensione di un ghiacciaio a terra. Al loro confluire, queste banchine creano barriere naturali rallentando il loro rilascio nell’oceano e quindi l'innalzamento del livello dei mari. Nell'Artico è rimasta una sola piattaforma di ghiaccio. L'Antartide ne ha molte e contiene un'enorme quantità di ghiaccio, al punto che, insieme alla sua corrente circumpolare, ha dato a lungo l'impressione di avere un clima autoregolato, meno sensibile agli effetti del riscaldamento globale. Studi recenti hanno rivelato, invece, che le correnti calde che penetrano nell'oceano meridionale stanno rapidamente sciogliendo da sotto la superficie la sezione di ghiacciai sommersa nell'Antartide occidentale, contribuendo a un innalzamento globale del mare di 3 metri entro 100-200 anni. Un fenomeno definito "inarrestabile".
Monument Valley... vicino a Qaanaaq, nella Groenlandia settentrionale
Gli iceberg sono come singoli individui, con un ciclo di vita non troppo diverso dal nostro, se non per la scala temporale. Ogni iceberg è assolutamente unico: nasce, viaggia per i mari, col tempo si indebolisce fino a dirigersi verso il mare dove, attraverso il ciclo idrologico, la sua morte alimenta la nascita di nuovo ghiaccio. La natura ha una voce. Se ascoltata, ci aiuta a capire meglio noi stessi.
Iceberg nell'Artico canadese
Il colore verde del mare è dato dalla luminosità bianca e blu del ghiaccio sott'acqua. Il ghiaccio sommerso, infatti, assume una brillante luminescenza verde acqua, che ricorda il fondo sabbioso delle acque tropicali. In questo caso, la temperatura dell'acqua si aggira intorno a -1,8 °C. Il suo punto di congelamento è uno dei più bassi al mondo, a causa dell'alta concentrazione di sale. Quando l'acqua del mare si congela, il sale si concentra maggiormente nei liquidi residui. Questo rende le acque polari estremamente salate, più della maggior parte degli oceani del mondo.
Scioglimento del ghiaccio marino sull'oceano Artico
In primavera, all'inizio della fase di scioglimento, il ghiaccio del Mar Glaciale Artico si trasforma in un mosaico di acqua a causa dell'aumento della temperatura dell'aria. La superficie più scura agisce da acceleratore dello scioglimento, assorbendo l'energia termica infrarossa del sole anziché rifletterla. Il cambiamento climatico porta quindi con sé inverni più brevi, con un incremento dei cicli di scioglimento e una superficie oceanica più esposta e scura. Questo processo riscalda l'oceano, intensificando lo scioglimento al di sotto della superficie del ghiaccio e riducendone lo spessore. È un ciclo che si autoalimenta.
Megattera nella Penisola Antartica
Le megattere, come molte altre specie di balene, in estate migrano alla ricerca di cibo verso l'oceano meridionale, ricco di plancton. Il krill, un crostaceo simile a un piccolo gambero, è fondamentale per l'intera catena alimentare marina delle acque antartiche. Questa enorme biomassa prospera sotto il ghiaccio marino che circonda l'Antartide. Ma la pesca eccessiva e non regolamentata dei pescherecci internazionali, insieme all'aumento delle temperature causa anche della riduzione del ghiaccio marino estivo, sono una minaccia crescente per il krill, e di conseguenza per le balene e per molte altre specie antartiche.
Gabbiani dalle zampe nere su un iceberg nella Groenlandia settentrionale
Questi gabbiani tridattili, insieme ad altre 278 specie di uccelli, migrano ogni primavera verso l'Artico, alla ricerca di luoghi adatti alla riproduzione. Ciò gli consente di deporre le uova in tempo per permettere ai pulcini di spiccare il primo volo verso Sud alla fine dell'estate. Ma con gli inverni più brevi causati dai cambiamenti climatici, questo ciclo naturale si sta interrompendo. L'aumento delle temperature confonde gli uccelli durante le migrazioni anticipate, esponendo le uova a improvvisi ed estremi cambi climatici e causando una drammatica diminuzione delle popolazioni di uccelli.
Colonia di pinguini Gentoo nella Penisola Antartica
Molti pinguini dell'Antartide sono vittime di una doppia minaccia: la pesca industriale e i cambiamenti climatici. Le specie più piccole, come i Gentoo, i Sottogola e i pinguini di Adelia, si nutrono principalmente di krill e calamari, entrambi catturati dalle flotte di pesca. L'istituzione e l'applicazione di aree marine protette (AMP) potrebbe ridurre in modo significativo la minaccia per molte colonie a rischio. Ma il pinguino Imperatore, l’unica specie che vive tutto l'anno sul ghiaccio marino antartico, rischia l'estinzione entro la fine del secolo, a causa del progressivo restringimento del suo habitat riproduttivo provocato dai cambiamenti climatici.
Clima tempestoso, Isole Melchior, Penisola Antartica
A causa dei diversi agenti atmosferici, gli iceberg più vecchi finiscono per contrarsi. Questo spiega la forma arrotondata della banchisa in primo piano. Al contrario, i ghiacci più giovani mantengono il loro aspetto frastagliato, dato dalla loro recente frattura, come quello ben visibile sullo sfondo. Il mare in burrasca e il sole che fa capolino nel cielo tempestoso rendono questo ambiente surreale.
Iceberg nella baia di Qaanaaq, Groenlandia del Nord
Abbiamo una macchina del tempo: si chiama glaciologia. Lo studio delle bolle d'aria intrappolate nelle calotte di ghiaccio in Antartide può farci tornare indietro di 800.000 anni. Questi gas rivelano le condizioni dell'atmosfera terrestre nel corso dei millenni e ci aiutano a comprendere l'evoluzione del clima fino ai giorni nostri. Nessuna epoca ha testimoniato un riscaldamento così rapido come quello che stiamo vivendo oggi, il che porta gli scienziati a presumere che il responsabile sia l'uomo.
Un cubo di ghiaccio nel Nord della Groenlandia
Più il ghiaccio invecchia, più assume diverse tonalità di blu in base alla quantità d'aria intrappolata al suo interno. I colori sono filtrati dallo spettro rosso, verde e blu presente nell'atmosfera terrestre, che permette all'occhio umano di percepire una vasta gamma di colori. L'acqua, invece, sopprime il rosso. Il ghiaccio più datato subisce forti pressioni durante il suo viaggio, al punto da rilasciare la maggior parte delle bolle d'aria mentre raggiunge l'oceano, perdendo la tonalità del rosso. Ciò che rimane è essenzialmente H2O congelata con uno spettro di blu e verde che dà origine al suo colore
Ghiaccio nero sulla calotta glaciale meridionale della Groenlandia
Viene naturale pensare che la superficie della calotta glaciale meridionale della Groenlandia sia bianca e immacolata. Ma le particelle di carbonio emesse dalle attività industriali e dagli incendi a migliaia di chilometri di distanza vengono trasportate dalla corrente a getto e si depositano sulla calotta glaciale, donando un colore grigio scuro alla sua incontaminata superficie bianca. Il colore scuro assorbe l'energia del sole anziché rifletterla. Un fenomeno noto come albedo, che porta a uno scioglimento accelerato dei ghiacci che contribuisce direttamente all'innalzamento del livello globale del mare.
Estate sull'isola di Ellesmere, nell'Artico canadese
Quando non vengono ostacolati da piattaforme di ghiaccio, i ghiacciai artici accelerano la loro discesa verso il mare rilasciando iceberg che contribuiscono a innalzare il livello del mare. Sull'isola di Ellesmere, i fiordi sono pieni di ghiaccio e l'alta densità dell'acqua quasi ghiacciata, combinata con la grande massa del contenuto salino, crea meravigliosi riflessi a specchio.
Iceberg vicino al Canale Lemaire nella Penisola Antartica
Avvicinarsi all'Antartide è come entrare in un altro mondo. I primi iceberg che si incontrano lungo la penisola sembrano navi in lontananza. In questa foto si può vedere la punta di un iceberg che dà "l'ultimo saluto" mentre galleggia verso il suo ineluttabile destino, avvolto dalla luce dorata che splende per tutte le 24 ore. Qui le temperature in inverno sono aumentate di 6 °C dal 1950, cinque volte di più rispetto alla media globale, riducendo così il ciclo del gelo invernale di circa tre mesi.
Un iceberg primaverile nel Mar Glaciale Artico
I cambiamenti climatici hanno portato a inverni più brevi in tutte le regioni polari, come dimostrano le osservazioni scientifiche moderne iniziate settant'anni fa. Nel Nord, questo fenomeno ha un impatto anche sulle popolazioni umane indigene. Gli Inuit hanno visto il loro ambiente mutare a ritmi senza precedenti da quando le prime tribù vi si stabilirono nell'era glaciale, circa 45.000 anni fa. Le influenze occidentali derivanti dalla ricerca di risorse naturali, sommate all'accorciamento del ciclo del gelo, hanno cambiato la vita di un popolo che è passato dall'era glaciale a quella spaziale in meno di 50 anni. Il ritirarsi dei ghiacci marini, tradizionale terreno di caccia per gli Inuit, sta mettendo in pericolo sia la cultura che le tradizioni di questo popolo. Sono loro le prime vittime del cambiamento climatico.
Cavità del ghiaccio e iceberg nel Nord della Groenlandia
Gli orsi polari si nutrono principalmente di foche. In inverno, quando il ghiaccio si solidifica, gli orsi individuano facilmente le buche create dai mammiferi marini per respirare. Gli orsi attendono che le foche, ignare, emergano per prendere aria così da attaccarle. Tuttavia, quando il ghiaccio marino si scioglie, la caccia si fa magra perché il ghiaccio si apre creando diverse cavità e arrivando a volte a sciogliersi del tutto, dando così alle foche un vantaggio decisivo. Le estati più lunghe rendono la caccia molto impegnativa, mettendo a rischio numerose sottopopolazioni di orsi polari. Un orso può perdere fino al 60% del suo peso corporeo durante questi mesi, talvolta con esito fatale.
Orso polare tra i ghiacci del Mar Glaciale Artico vicino al polo Nord
L'orso polare è l'emblema indiscusso dell'Artico, un simbolo unico di biodiversità e di ammirabile resistenza. Si stima che nell'Artico vi siano 26.000 individui distribuiti in 19 sottopopolazioni. Ma l'invasione delle attività commerciali, l'aumento dell'inquinamento e l'impatto delle maggiori temperature nei suoi territori di caccia sono una grave minaccia per alcune sottopopolazioni in declino. Il cannibalismo all'interno della specie è in aumento, un trend attribuito al cambiamento climatico.