Una notte al rifugio Tuckett

Con Audi in escursione sulle Dolomiti di Brenta per imparare lo Stile Pulito dall’alpinista d’eccezione Hervé Barmasse. Cronaca di un week-end all’insegna di wellness, rispetto per l’ambiente e mobilità sostenibile.

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Veloci, leggere e imprevedibili, le nuvole risalgono il fianco della montagna per conquistare d’un balzo il cielo sopra di noi. In pochi minuti, sole e orizzonte svaniscono dietro la fitta coltre che avvolge il rifugio Tuckett, lasciandolo come sospeso nel nulla.


Il fiato è ancora corto: per la minore presenza di ossigeno a 2268 metri di altezza; per l'ascesa al rifugio, con un'escursione nelle gambe che in 5 chilometri ci ha portato 800 metri più in alto; per l’emozione intensa e profonda che il panorama, sempre diverso e sempre nuovo, ci lascia dentro tra una schiarita e l’altra; e poi, ancora, per aver cercato di tenere il passo con un alpinista di razza come Hervé Barmasse, nostro compagno d’eccezione in questo viaggio alla scoperta delle Dolomiti di Brenta.

Ormai è quasi sera: ovunque si rivolga lo sguardo, la vista dal rifugio lascia senza parole. Alle nostre spalle, la Bocca di Tuckett (2648 m) ci ricorda con la sua maestosa bellezza che ci troviamo lungo il famoso sentiero delle Bocchette, una delle vie in alta quota più famose delle Dolomiti, aperta e attrezzata dalla Società Alpinisti Tridentini a partire dagli anni Trenta del secolo scorso. Dieci ore di cammino in totale, da percorrere superando un dislivello totale di circa 800 metri, subito sotto le splendide cime delle Dolomiti di Brenta.


Tutto è cominciato partendo in escursione dal rifugio Vallesinella, a due passi da Madonna di Campiglio, che abbiamo raggiunto immersi nel silenzio a zero emissioni tipico della e-tron, primo veicolo full electric di Audi. Poi, lungo un sentiero di difficoltà media, abbiamo lottato per tenere il passo con Barmasse che saliva leggero, quasi immateriale, senza versare una goccia di sudore.


Ora il programma continua con cena e notte nel rifugio. Mangiamo presto, adeguandoci ai ritmi della vita in montagna. Ci ritroviamo fianco a fianco con gli altri ospiti del Tuckett, così ci godiamo il loro stupore quando la serata viene interrotta da un fuori programma: un breve talk di Hervé Barmasse.


«La montagna è scalare, è natura da esplorare e preservare. La montagna è scoperta», dice Hervé davanti a un pubblico improvvisamente silenzioso, attento e ammirato. Tutti sembrano conoscere l’Alpinista di razza che a 41 anni ha già fatto molto parlare di sé, per aver scalato in Tibet i 2200 metri della parete Sud dello Shisha Pangma (8027m) insieme al tedesco David Gottler. Un’impresa non comune perché compiuta in appena 13 ore senza ossigeno, corde fisse e campi pre-allestiti. Pochi però conoscono l’uomo e la sua storia, che emerge con umanità emozionante mentre l’atleta racconta se stesso e la propria vita: l’iniziale carriera da sciatore interrotta prestissimo per un grave incidente; l’ospedale e il recupero attraverso la disciplina e il sacrificio; la rinascita due anni dopo con la prima scalata del Monte Cervino insieme al padre; la nuova vita prima come guida alpina e poi come alpinista.


Durante il suo breve talk, arricchito di foto e video che lo ritraggono in azione in condizioni estreme, Barmasse riesce abilmente a fare delle proprie esperienze in montagna un esempio universale di cosa si debba e si possa fare per preservare l’ambiente. «Si parla, a ragione, di plastica negli oceani - racconta - ma pochi sanno che la plastica ormai si trova anche in alta montagna, nella neve come nei torrenti e nei fiumi. E’ ora di cambiare modo di scalare - aggiunge - perché chi ama la montagna la deve anche difendere».


Come? Con quello che l’atleta definisce alpinismo dallo “stile pulito”, ovvero un approccio alla montagna che mira a ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente rinunciando a vari strumenti usati oggi da molti alpinisti (come bombole, contenitori plastici usa e getta ad esempio), e poi, ancora, velocizzando al massimo le operazioni di ascesa e discesa con uno sforzo atletico che certo è alla portata di pochi.


Insomma, quello promosso da Hervé per preservare l’ambiente è un vero e proprio cambio di paradigma nell’alpinismo, che richiede l’impegno di tutti e che ricorda da vicino l’enorme trasformazione in corso in molti settori dell’industria. Non ultimo quello automotive, dove un’auto come la e-tron può facilmente essere identificata come lo “stile pulito” di Audi, il nuovo approccio del costruttore tedesco per realizzare una mobilità che sia davvero sostenibile.

Trascorsa la notte, ci svegliamo alle prime luci dell’alba. Fuori dal rifugio ci aspetta il cielo incredibilmente azzurro, avvolgente, sotto il quale iniziamo la discesa a valle lungo lo stesso impegnativo percorso fatto a salire. Grazie a una piccola deviazione, lungo la discesa allunghiamo quanto basta per ammirare le splendide cascate della Vallesinella: così come all’andata, anche al ritorno incrociamo decine di persone di tutte le età, spesso intere famiglie con bambini piccoli che affrontano gioiosamente il percorso mentre si passano da una generazione all’altra l’amore per la montagna.


Una flotta di e-tron ci aspetta all’arrivo per portarci in albergo: un veloce cambio ed eccoci di nuovo in movimento per l’ormai tradizionale appuntamento con lo Chic Nic, l’evento con cui Audi celebra a Madonna di Campiglio la bellezza del territorio, il benessere e il buon cibo e che quest’anno si svolge nella nuova location di Malga Ritorto. Un pranzo da vivere immersi nella natura assaggiando portate realizzate da chef stellati e non. Pietanze eccellenti, create rigorosamente solo con prodotti e ingredienti locali, degna conclusione di un’esperienza unica.

Leggi di più dell’Audi Mountain e-xperience, evento organizzato dalla Casa dei Quattro anelli per unire fitness e benessere sotto il cappello della sostenibilità in un ecosistema unico al mondo.