Audi a Cortina per il Superyacht Design Symposium

Audi incontra il mondo della nautica per promuovere la sostenibilità ambientale

A Cortina per il Superyacht Design Symposium, evento dove la casa dei quattro anelli ha raccontato la sua “ricetta” per ridisegnare la mobilità

A Cortina la neve scende leggera ma fitta imbiancando un paesaggio unico al mondo. Meno di cento metri separano l'Audi e-Tron esposta in Piazza Roma dall’imbarcazione Riva "runabout modello Iseo", in mostra lungo Corso Italia, subito sotto il campanile della basilica di San Filippo e San Giacomo.


Due capolavori di design e di innovazione tecnologica che ora una spessa coltre bianca lentamente ricopre e unisce, quasi a voler simboleggiare l’incontro tra l’industria automotive e quella nautica in scena nel comune ampezzano.


Sono infatti i giorni di fine gennaio del Superyacht Design Symposium, evento del quale Audi è uno dei title sponsor e che richiama ai piedi delle Dolomiti circa 400 protagonisti del mondo del design nautico tra manager, armatori, imprenditori ed esperti di settore.

Un convegno organizzato dalla rivista Boat International e giunto alla sua 11esima edizione, che quest’anno si poneva l’obiettivo ambizioso di “definire l’innovazione” nel settore Nautico in ogni sua possibile declinazione: nel design, nei materiali, nei servizi, fino alla gestione delle attività cantieristiche e della supply chain. E poi, ancora, nello sviluppo di soluzioni concrete per la sostenibilità ambientale.

Argomento ricorrente in ogni panel, speech e intervista one-to-one che si sono avvicendati sul palco del Superyacht Design Symposium, la sostenibilità è al contempo uno dei temi più caldi del settore, nonché un forte punto di contatto tra l’industria nautica e quella automotive, qui rappresentata dal direttore Marketing di Audi Italia Massimo Faraò.

«Stiamo ridefinendo l’idea stessa di mobilità - ha spiegato Massimo Faraò durante il suo speech - rendendo quest’ultima connessa, intuitiva, personalizzata e soprattutto sostenibile». Per riuscirvi, Audi ha dovuto mettere in atto una trasformazione profonda, resa possibile da un enorme impegno industriale profuso su due diversi fronti: quello interno, con la casa dei quattro anelli che si adopera da anni per ridurre a 360 gradi l’impatto ambientale tanto delle sue automobili (sviluppando sistemi di propulsione più avanzati e green, dall’ibrido all’elettrico passando per l’e-gas), quanto degli stessi processi produttivi e degli impianti.


E poi sul fronte esterno, che si traduce nella presenza attiva su alcuni territori d’elezione, dove Audi svolge un doppio ruolo: da un lato, come fornitore di soluzioni per la mobilità sostenibile; dall’altro, come abilitatore della collaborazione tra player locali e nazionali. «E’ quella che chiamiamo Road to Zero Emissions», ha chiarito Faraò. Un approccio olistico al futuro della mobilità che diventa anche un modello operativo consolidato ed “esportabile”, un know-how che Audi può mettere e mette a disposizione di quei partner che condividono con l’azienda tedesca obiettivi e visione.

"Stiamo ridefinendo l’idea stessa di mobilità rendendo quest’ultima connessa, intuitiva, personalizzata e soprattutto sostenibile"

Massimo Faraò

Direttore Marketing Audi Italia

E la “ricetta” funziona: proprio a Cortina d’Ampezzo (e poi ancora in Alta Badia, e a Madonna di Campiglio), dove il costruttore tedesco è da tempo in prima linea per realizzare una mobilità elettrica, condivisa, rispettosa dell’ambiente e sicura.

Per esempio con la doppia partnership che la casa di Ingolstadt ha messo in piedi da un lato con Enel X, divisione dell’omonimo colosso dell’energia italiano che si occupa della creazione di infrastrutture per mobilità elettrica e, dall’altro, con il Comune ampezzano (che ha adottato la nuova Audi e-tron come auto ufficiale). Un’alleanza strategica grazie alla quale ora la cittadina montana mette a disposizione di tutti 4 colonnine di ricarica nel centro abitato.

Qualcosa di molto simile avviene anche in Costa Smeralda dove Audi, oltre ad essere presente con varie partnership, offre pieno sostegno alla Charta Smeralda, il documento nato dall’attività della Fondazione OneOcean, presieduta da Zahra Aga Kahn e guidata dal Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda Riccardo Bonadeo.

Pensata per chi vive il mare ma utile per tutti, la Charta è un vero e proprio decalogo, articolato in “dieci comandamenti” per sensibilizzare l’opinione pubblica, gli operatori e gli stakeholder, con cui si forniscono indicazioni pratiche su come mutare il proprio comportamento (ovunque ci si trovi, non solo in mare) per salvare gli oceani. Ad esempio, minimizzando l’uso di risorse come l’acqua potabile o l’energia elettrica, proteggendo gli habitat naturali o, ancora, eliminando l’uso delle plastiche e delle microplastiche.


«Firmando la Charta Smeralda - ha spiegato Massimo Faraò - abbiamo confermato il nostro impegno per ridurre il consumo di energia e le emissioni, utilizzare le energie rinnovabili, preservare le riserve idriche, promuovere ri-uso e riciclaggio e supportare la comunità scientifica». Impegno che Audi ha da poco riconfermato anche sostenendo il gemellaggio tra la Charta della Fondazione OneOcean e Carta Cortina, documento programmatico con finalità simili e orientato al territorio del comune montano.


E’ una sfida complessa, che Audi ha fatto sua lungo un percorso avviato molti anni fa. Un viaggio iniziato con l’intenzione di ridurre l’inquinamento sulle strade e che ora, quasi naturalmente, si arricchisce con l’impegno a salvaguardare le cosiddette “autostrade del mare”.

Un obiettivo ancora possibile, ma che diventa realizzabile solo se tutti coloro che hanno un ruolo nella filiera dell’industria nautica decidono di trovarsi e collaborare, di cooperare nel nome di una causa comune: proteggere l’ambiente salvaguardando mari e oceani.