«Si è insomma capito - spiega Masè - che il focus sui divieti rischia di causare lo spopolamento delle aree montane, un fenomeno altrettanto pericoloso quanto l’eccessiva antropizzazione». Già, perché per restare “vive”, queste zone dal delicato ecosistema hanno bisogno di essere curate costantemente, e quindi richiedono investimenti che si possono e si devono compensare con uno sviluppo economico sostenibile. Ad aggiungere complessità, c’è poi il fatto che a diverse aree del territorio corrisponde una diversa gradazione di tutela: minore nelle zone più densamente abitate, e maggiore nelle riserve integrali.
«Prendiamo l’esempio di Madonna di Campiglio con i suoi impianti e la sua capacità di attrarre un alto numero di turisti - prosegue il presidente del Parco - gestire la loro presenza in maniera sostenibile richiede grandi sforzi sia organizzativi sia in termini di fondi», per esempio per garantire l'accesso al territorio solo con mezzi di ultima generazione gestiti dal parco. Una visione che, per essere messa a terra, richiede know-how tecnologico oltre che risorse economiche importanti, e che quindi spiega anche perché «un partner strategico fortemente votato alla protezione dell'ambiente come Audi diventi per noi non solo interessante, ma indispensabile».
Seduto accanto a Masé, Fabrizio Longo sorride e annuisce mentre ascolta il suo interlocutore. «Per me è la conferma che oggi lavorare nel mondo dell'auto e forse il regalo più bello che si possa fare a un professionista», confessa il direttore di Audi Italia. Si riferisce al cambio di paradigma che sta trasformando l’industria automotive, a quella rivoluzione che genererà presto un’auto molto diversa che in passato. Un mezzo che, unendo motori a emissioni zero, connettività, guida assistita e infine autonoma, è esattamente quello di cui realtà come Madonna di Campiglio e il Parco Adamello Brenta hanno e avranno bisogno.
«Così come la tutela del patrimonio naturale è passata da passiva ad attiva - spiega Longo - allo stesso modo si è evoluto il nostro modo di comunicare e interagire con il territorio come brand». E questo perché, continua il direttore di Audi, è finita l’era delle sponsorizzazioni fine a sè stesse, della mera esposizione del marchio: la presenza di Audi a Madonna di Campiglio avviene all’insegna della progettualità, testimonia l’adesione proattiva a un progetto di ampio respiro per una mobilità condivisa e sostenibile che sappia lasciare il segno e preservare l'ambiente. «Immagino un futuro in cui l’unico rumore di mezzi che si sente nella Val di Genova sia quello del rotolamento degli pneumatici», afferma Longo, rivelando la portata del progetto che sta prendendo forma tra le Dolomiti.
Ovviamente, non è da oggi che si parla di mobilità sostenibile nel Parco Adamello Brenta. «C’è un progetto in piedi da almeno 15 anni», rivela infatti il presidente Masé, che poi spiega: «C'è questo paradosso per il quale i turisti lasciano la città per sfuggire al caos e al traffico e tuttavia, muovendosi in massa, rischiano di portare con sé il problema anche nelle aree protette». Così, per preservare luoghi con un ecosistema unico come la val Genova e la Val di Tovel, l’Ente Parco ha provveduto in passato a chiudere l'accesso e regolamentarlo esclusivamente attraverso la mobilità integrata.
«In questo modo il visitatore si lascia alle spalle l’auto e lo stress per entrare in un’esperienza completamente diversa, rigenerante», aggiunge Masé. In quest'ottica, la collaborazione con Audi si rivelerà fondamentale per due aspetti: sul piano pratico, per costruire progetti di mobilità sostenibili non solo nelle valli laterali ma anche in quelle principali. Sul piano della comunicazione, invece, per «trasmettere un messaggio chiaro e autorevole rivolto sia agli stakeholder locali, sia al pubblico più ampio», così da diffondere e affermare una cultura del rispetto per la natura.