Roborace

Il conducente. Una figura obsoleta?

Roborace e Audi mostrano come uomo e tecnologia siano un binomio indivisibile.

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Porte aperte al futuro della mobilità. Roborace è una parola-chiave per chi guarda alla mobilità di domani.

Si tratta del primo campionato per veicoli autonomi: una porta aperta sul futuro della mobilità. In concreto, Roborace è una gara pensata come evento collaterale alla Formula E della FIA, che punta a diventare il primo campionato internazionale per vetture a guida autonoma. Una competizione in cui dieci vetture si sfidano: cinque corrono in senso orario attorno alla pista mentre le altre cinque girano nella direzione opposta. I motori elettrici spingono le vetture a una velocità che raggiunge i 320 chilometri orari finché queste non si incontrano in una curva strettissima a metà della pista. A questo punto, i due gruppi da cinque si trovano a corrersi incontro. Schivandosi con eleganza, le vetture in gara evitano di schiantarsi l’una contro l’altra per pochi millimetri, procedendo a velocità mozzafiato. Quello che oggi può sembrare pura follia, in un futuro non troppo distante potrebbe diventare una possibilità molto concreta. Questa è l’idea alla base di Roborace a Banbury, una cittadina a 120 km a nord-est di Londra.

A bordo delle vetture di domani. Roborace, ovvero il veicolo DevBot che può essere guidato da un pilota umano o da un sistema di intelligenza artificiale, e Robocar, senza pilota, senza cabina di guida né volante, si sono già esibite in pubblico su circuiti da corsa. A oggi, l’azienda ha prodotto tre veicoli DevBot e due Robocar, oltre a due Robocar non omologate per l’uso su strada e costruite a fini puramente dimostrativi. Un campionato vero e proprio sarebbe concepibile però solo tra qualche anno. Ma Roborace non vuole solo offrire un sistema di guida ad alta velocità senza pilota. La vettura è, in concreto, una creazione del designer di automobili californiano Daniel Simon, che ha già lavorato per Audi e ha creato veicoli futuristici per noti film di Hollywood come Tron: Legacy, Oblivion e Star Wars VIII. Non si possono non notare le influenze fantascientifiche della Robocar: con il suo assetto ribassato, trasmette potenza allo stato più puro e un’intelligenza misteriosa, quasi extraterrestre.

Mobilità, tecnologia, guida: tre pilastri di sviluppo. Come spiega il Chief Strategy Officer britannico Bryn Balcombe:

Roborace poggia su tre pilastri di sviluppo: mobilità elettrica, tecnologie di rete e guida autonoma. La sfida che ci si pone con questo campionato è quella di trovare una via di mezzo tra l’intrattenimento sportivo e lo sviluppo di una tecnologia di guida autonoma applicabile alla vita quotidiana. Roborace è una piattaforma su cui poter testare la tecnologia necessaria alla guida autonoma, una tecnologia che nel futuro renderà le nostre strade molto più sicure. Sarà l’intelligenza artificiale a fare la differenza, è il livello del software a determinare quale team vincerà.

Bryn Balcombe

Chief Strategy Officer

Balcombe è convinto che i vari software per la guida autonoma porteranno allo sviluppo di stili di guida molto diversi.

Una visione da pilota Audi. Si potrebbe pensare che il mondo della guida autonoma terrorizzi i professionisti come Lucas Di Grassi che si guadagnano da vivere lavorando come piloti da corsa. Ma il pilota brasiliano Audi, che compete nella Formula E, nonché attuale campione mondiale, ha una visione diversa: “Roborace non sostituirà mai il motorsport, ma ci serve un campionato in grado di migliorare l’involucro tecnologico in termini di guida autonoma, collegamento in rete e comandi elettrici”. Lucas Di Grassi ha inoltre accettato l’incarico di CEO di Roborace.

Di Grassi

Un posto sicuro. Di Grassi sottolinea anche il fatto che Roborace riuscirà a rendere il mondo un posto più sicuro riducendo il numero degli incidenti stradali. “Non ci sono limiti a quello che possiamo ottenere con Roborace. E soprattutto, nessuna vita umana viene messa mai in pericolo. In questo modo, la tecnologia può continuare a evolversi e a migliorare fino a completa maturazione”.

Il futuro (in costruzione) dell’Intelligenza Artificiale. Ci vorranno ancora innumerevoli ore di lavoro prima che l’umanità possa beneficiare dei vantaggi delle macchine autonome. Nessuno lo sa meglio della britannica Teena Gade, ingegnere del veicolo presso Roborace. Teena e sua sorella Leena, ingegnere di pista che contribuì alla vittoria di Audi Sport alla 24 Ore di Le Mans, iniziarono fin da giovanissime a manifestare una passione per il motorsport e la scienza. Oggi Teena è responsabile del programma di simulazione di Roborace. E afferma: “Esistono già veicoli in grado di rimanere in carreggiata in autostrada senza l'intervento umano. Ma dobbiamo sviluppare le vetture AI di domani perché siano in grado di affrontare anche i casi limite”.

Daniel Simon

Modelli del futuro. Per Audi, un design automobilistico visionario come quello delle Roboracer di Daniel Simon non è nulla di così lontano. Audi Aicon e altri concept vehicle esposti in vari saloni e motor show danno già un’idea di quello che sarà il futuro del design automobilistico. Ma solitamente i look più rivoluzionari creati dalla Casa dei quattro anelli nascono dal suo lavoro per Hollywood. Nel 2004, ad esempio, l’Audi RSQ (autonoma) di I, Robot ha suscitato grande scalpore, così come l’Audi Fleet Shuttle quattro apparsa in Ender’s Game nel 2013, molto apprezzata non solo dai fan di Audi.

I fantastici quattro. Sono quattro dei sei livelli di automazione i fondamentali elementi lungo la strada verso la guida autonoma, secondo la definizione di SAE International, con esempi applicativi da parte di Audi. Il livello 0 sta per zero automazione, ovvero la guida tradizionale da parte del conducente, senza alcun sistema di supporto. Il livello 1 sta per guida assistita. Sebbene qui il conducente sia assistito da un sistema durante la fase di accelerazione/freno o di sterzata, la persona al volante è totalmente responsabile del veicolo e deve quindi essere pronta a intervenire in qualunque momento. Il livello 2 prevede un’automazione parziale. Il livello 3 consiste nella automazione condizionale: ne è un esempio la nuova Audi A8. Il livello 4, infine, è ad alta automazione.

I successi in gara di Audi. In questa stagione, Audi è la prima casa automobilistica tedesca a schierare un team di Formula E (con un programma collaterale che prevedrà anche la Roborace). Il marchio dei quattro anelli sostituisce ABT Sportsline sulla griglia di partenza. Il team di Allgäu ha partecipato con successo alla Formula E sin dal debutto del campionato elettrico e in futuro si occuperà delle vetture da corsa Audi come team ufficiale.

Verso il 2025. Il coinvolgimento di Audi nella Formula E anticipa anche la sua risposta alle sfide della mobilità elettrica: Audi e-tron sarà presentata infatti entro il 2018. Come è stato già annunciato al Motor Show 2017 di Francoforte, Audi prevede di avere una gamma di oltre 20 modelli elettrici in vista del 2025, tra cui alcune ibride plug-in e vetture a batteria. I progetti della Casa dei quattro anelli spaziano negli ambiti più importanti della mobilità con un occhio attento al benessere di chi vive la vettura e l’ambiente in cui si muove.