«We Generation è stata l’occasione per osservare il futuro da vicino e in maniera diversa, per pormi domande e poi trovare le risposte durante il viaggio che ho fatto con i miei compagni», dice Sara, tra gli studenti protagonisti della prima edizione. Nell’anno appena trascorso, le borse di studio messe a disposizione da Audi hanno consentito a lei e ai suoi colleghi - accompagnati dal giovane scrittore rivelazione Giacomo Mazzariol nel ruolo di mentore - di indagare il “futuro delle relazioni” incontrando alcuni tra i protagonisti del nostro tempo e confrontandosi con loro prima di arrivare anche a raccontare la loro esperienza sul palco del Wired Next Fest.
Tra le personalità incontrate figurano anche talenti come l’architetto di fama internazionale Carlo Ratti che, in qualità di direttore del Senseable City Lab del MIT di Boston, ha raccontato ai ragazzi di We Generation come sarà vivere nelle città di domani e come le tecnologie consentiranno di progettare ambienti capaci di “dialogare” con le persone che li abitano. Oppure come Valeria Cagnina, il talento italiano della Robotica, classe 2001, che a 11 anni si è distinta costruendo il suo primo automa e a 16 ha fondato una scuola per insegnare robotica e coding ad adulti e bambini: con lei, Sara e i suoi colleghi hanno discusso di come sarà il nostro rapporto con le intelligenze artificiali e di come esso cambierà le nostre vite. «A livello personale quello che mi porto a casa è un’incredibile opportunità di crescita - commenta ancora Sara - e ho anche cambiato idea: se prima le macchine mi spaventavano, oggi penso che possano essere ottimi strumenti per semplificarci la vita».
Tre i temi di cui i protagonisti della seconda edizione di We Generation si sono fatti promotori nella conversazione: le opportunità offerte dallo sharing, ovvero dal modo in cui la tecnologia abilita a condividere beni, risorse, idee e valori; la disponibilità delle nuove generazioni a cambiare le proprie abitudini per contribuire a un mondo più sostenibile; il delicato rapporto tra la gestione della propri dati personali e la fruizione di servizi basati su intelligenza artificiale, che di quei dati ha bisogno per poter funzionare al meglio.
A rispondere con i fatti dell’imprenditoria digitale ci hanno pensato le tre startup presenti sul palco: a partire da To Good To Go, app grazie alla quale l’economia della condivisione diventa uno strumento per la lotta agli sprechi. Se infatti è vero che ogni anno in Italia si buttano 10 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, grazie all’app nata in Danimarca nel 2015 e presente in 10 paesi europei un numero di crescente ristoranti, forni, bar, pasticcerie, supermercati ed hotel riesce a salvare e vendere via internet - a prezzi scontati - il cibo rimasto invenduto. Questo arriva all’acquirente dentro Magic Box, un contenitore con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi tutta da scoprire.
Diversa ma ugualmente affascinante ed esemplare per sostenibilità è l’esperienza della startup Biofarm: come racconta il giovane fondatore Osvaldo De Falco, il progetto nasce in Calabria per salvare la sua azienda agricola creando un sistema di distribuzione dei prodotti alternativo e più favorevole agli agricoltori, che grazie ad un'app vendono direttamente ai consumatori prodotti freschi e bio. Quest’ultimi si possono anche “adottare” quando sono ancora sulle piante, per seguire la loro crescita e maturazione: quando poi arriva il momento del raccolto, vengono recapitati agli acquirenti in 24 o 48 ore. «Diamo il giusto prezzo ai prodotti, sosteniamo gli agricoltori, proteggiamo la biodiversità e certifichiamo anche la CO2 emessa», sintetizza De Falco, senza nascondere un certo orgoglio.
L’ultimo esempio condiviso dal palco di Tech It Easy riguarda l’impiego dell’intelligenza artificiale: Fabio Auleta, studente borsista della seconda edizione di We Generation, rivela che la metà della Generazione Z è disposta a condividere con le IA i propri dati personali in cambio di un’esperienza più personalizzata. Metaliquid è una startup italiana che grazie ad un algoritmo proprietario di machine learning è in grado di interpretare contenuti video in real time. Una tecnologia simile, può essere ad esempio utilizzata per personalizzare la fruizione dei contenuti sulle piattaforme di streaming, perché è in grado di consigliare all’utente cosa guardare. Un domani potrebbe consentire di interrogare la smart tv e chiedere chi sta parlando in quel momento, o anche recuperare altri contenuti con quel personaggio.
Tre esempi di imprenditoria digitale, tre modi di interpretare la tecnologia e andare incontro ai bisogni delle nuove generazioni che si rivelano aperte al cambiamento e alle novità, sensibili ai temi della sostenibilità e pronte ad utilizzare in maniera consapevole i potenti strumenti messi a disposizione dal progresso.