L’obiettivo dell’incontro è stato esplorare un mondo, quello attuale, in cui al centro non c’è più il prodotto ma l’uomo, protagonista di un processo dove usabilità e ricerca ergonomica diventano i cardini di tutto il ciclo produttivo.
“L’intelligenza artificiale sta uscendo dagli ambiti più specifici e scientifici e sta entrando dentro le nostre esperienze quotidiane”, ha esordito Valeria Palermi per introdurre il dibattito, dando modo ai suoi ospiti di approfondire la tematica a partire da alcune domande e questioni decisive. Il centro di ciascun intervento aveva come fattore comune il design e la creatività applicati alle nuove tecnologie, in particolare in relazione all’intelligenza artificiale delle macchine che sempre più saranno pensanti, si guideranno da sole e diventeranno parte integrante della nostra esistenza.
Come si pongono allora le diverse discipline e i relativi punti di vista di fronte a un tema tanto ampio quanto attuale? Come cambieranno i nostri comportamenti e il design delle cose che più ci stanno a cuore?
Ad aprire le danze è stato Massimo Banzi secondo cui tutte le tecnologie contengono in sé sia una minaccia che un’opportunità e sta all’uomo decidere come gestire questa condizione. “L’obiettivo di una completa autonomia delle macchine”, ha proseguito Banzi, “è ancora lontano per quanto auspicabile”. “Tuttavia, nei nostri contesti urbani l’interazione tra le persone e le nuove tecnologie aiuta a evitare gli incidenti dovuti alla disattenzione umana”. La sua speranza, dunque, è che i saperi siano diffusi al maggior numero di individui, cambiando la definizione classica di design in favore di una fruibilità più democratica. In quest’ottica è allora molto importante la divulgazione delle informazioni sull’intelligenza artificiale nel modo migliore possibile.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è detto Stefano Maffei che ha ricordato quanto sia importante considerare gli interessi di tutti i componenti della società: “Il design è un atto politico che ha a che fare con la costruzione di visioni. Sempre più, in futuro”, ha concluso Maffei, “si partirà dunque dall’esplorazione della natura e dell’uomo per generare interazioni con le tecnologie”.